DOI: 10.5301/RU.2014.11980

Urologia 2014 ; 81 ( S-23): S15 - S19

62° Convegno SUNI - Monastier di Treviso 2013

MEETING PROCEEDINGS

Brachiterapia prostatica: risultati oncologici e funzionali dopo 400 casi Emilio Gastaldi, Luciano Chiono, Fabrizio Gallo, Claudio Giberti Dipartimento di Chirurgia, S.C. Urologia, Ospedale San Paolo, Savona - Italy Dipartimento di Chirurgia, S.C. Urologia, Ospedale San Paolo, Savona - Italy Dipartimento di Chirurgia, S.C. Urologia, Ospedale San Paolo, Savona - Italy Dipartimento di Chirurgia, S.C. Urologia, Ospedale San Paolo, Savona - Italy

Prostate brachytherapy: oncological and functional results after 400 cases Introduction: Brachytherapy (BT) with real-time technique for the treatment of low and medium risk prostate cancer (CaP) has been a well known practice for over 25 years in the USA and for over 15 years in Italy. However, it is an uncommon procedure, because of problems related to the organization and cooperation among urologists, radiotherapists and physics, to the competition of alternative therapies, to dogmatic and educational beliefs, and to the poor knowledge of this technique. Methods: Between May1999 and July 2013, 400 patients with low and medium risk CaP underwent I 125 BT using a “real-time” approach. The seeds implantation was performed using a Mick applicator in the first 190 patients and the “QuickLink” technique in the last 210 cases. Oncologic results were reported for the first 250 cases with a mean follow-up of 10 years, while functional outcomes and complications were assessed in 350 patients with a minimum follow-up of 1 year. Results: A good quality implantation was assessed in 90% of the patients (D90>145 Gy). A biochemical failure was assessed, based on Phoenix criteria, in 12 patients (4.8%). Out of these patients, 10 underwent prostate biopsy (the other 2 patients showed a systemic disease). The biopsy showed a CaP in 6/10 patients who underwent retropubic radical prostatectomy (4 patients) and external radiotherapy (2 patients) respectively. The remaining 4/10 patients with negative biopsy were treated with total androgen blockade (3 patients) and watchful waiting (1 patient) respectively. Functional results showed an incidence of postoperative irritative disorders in 70% of the patients during the first six months and a good recovery of erectile function in 78.8% and 68.2% of the patients after one and five years from BT respectively. Conclusions: Brachytherapy is a good alternative to radical prostatectomy in the low and medium risk prostatic cancers with excellent oncologic and functional results. Key words: Brachytherapy, Radioisotope, Prostatic cancer, Real time system Parole chiave: Brachiterapia, Radioisotopi, Cancro prostatico, Sistema real time Accepted: September 20, 2013

INTRODUZIONE La neoplasia prostatica è in costante aumento. Da circa vent’anni negli USA e in Canada e da circa dieci in molti paesi occidentali industrializzati, anche se con un andamento meno evidente e più lento, l’incidenza ha subito un rapido incremento, fino a circa 10 volte rispetto al passato.

Negli Stati Uniti si è passati da 192.280 nuovi casi di carcinoma prostatico nel 2009 a 241.740 nel 2012. In Italia si è avuto un incremento da 24.420 nuovi casi nel 2009 a 42.000 circa nel 2011 (1). La brachiterapia è utilizzata da più di 25 anni negli Stati Uniti e da 15 anni in Italia (2). Pur essendo una tecnica ormai ampiamente consolidata è tuttavia ancora considerata

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Brachiterapia prostatica: risultati oncologici e funzionali dopo 400 casi

da molti urologi e radioterapisti una “terapia sperimentale”. Negli Stati Uniti la scelta terapeutica è la prostatectomia radicale nel 49,9% (così suddivisa: robotica 53%, laparoscopica 3%, retropubica 44%) (3), mentre la brachiterapia è effettuata nel 13,3% dei casi. Se tali parametri si trasferissero alla realtà italiana gli interventi di brachiterapia dovrebbero essere 3000-3500/anno a fronte dei circa 500 che sono invece effettuati. Questo perché, nonostante la brachiterapia nel carcinoma prostatico a medio e basso rischio sia ormai una valida e consolidata alternativa terapeutica alla prostatectomia radicale, a livello di linee guida europee ed americane (4-6) alcune condizioni creano diffidenza verso tale procedura. Tali condizioni sono: una complessa organizzazione e collaborazione tra urologo, radioterapista e fisico sanitario, la concorrenza di terapie alternative come la prostatectomia radicale robotica, convinzioni dogmatiche e di scuola ed una scarsa conoscenza della metodica. Riportiamo l’esperienza della S.C. Urologia dell’Ospedale San Paolo di Savona su 400 brachiterapie nel trattamento del carcinoma prostatico a medio e basso rischio.

MATERIALI E METODI Nel periodo tra maggio 1999 e luglio 2013 sono state effettuate presso il nostro istituto 400 brachiterapie prostatiche con I-125. La selezione per l’intervento di brachiterapia viene eseguita secondo le linee guida ASTRO-EAU-EORTC (Tab. I) (7). L’impianto dei semi è stato eseguito utilizzando l’applicatore di Mick nei primi 190 pazienti e quindi la tecnica “QuickLink” nei successivi 210. La tecnica chirurgica è stata descritta precedentemente (8). In breve l’intervento viene eseguito in anestesia spinale in posizione litotomica dorsale iperflessa. Dopo l’inserimento di catetere Foley Ch 18 in vescica ed il riempimento della stessa con soluzione fisiologica, la sonda ecografica biplana da 5 MHz fissata sull’apposito carrello dotato di microregolazioni (Micro-Touch-Accucare) viene inserita nel retto. In scansione trasversale si identifica l’immagine prostatica con diametro maggiore e si procede all’inserimento degli aghi attraverso il template. Le immagini ecografiche vengono acquisite sul computer e si traccia sullo stesso il contorno della prostata, dell’uretra e del retto. Si procede quindi alla fase di planning con l’ottimizzazione dei semi virtuali, con l’obiettivo di raggiungere una D90 (dose erogata al S16

Tabella I - Linee guida alla brachiterapia (ASTRO/ EAU/EORTC) Indicata

Opzionale

Sconsigliata

20

Gleason score

6

7

8–10

Stadio clinico

T1–T2a

T2b

T3

IPSS score

0-8

9-19

>20

Volume prostatico (gr)

60

Q max (mL/sec)

>15

10-15

17) è stata valutata attraverso la compilazione del questionario IIEF-5.

Tabella II - Valori IPSS e Qmax

RISULTATI Risultati oncologici (250 Pazienti) L’esplorazione rettale è risultata negativa in tutti i pazienti in occasione delle visite di follow-up. Il cut-off della D90 al post-planning era superiore a 145 Gy nel 90% dei casi. Il fallimento biochimico valutato secondo i criteri di Phoenix (9) è stato riscontrato in 12/250 pazienti (4,8%) ad una media di 35 mesi (range 18-84). In tutti i pazienti falliti è stata effettuata una TC addome (e/o Pet TC con colina) e una scintigrafia ossea che sono risultate positive in 2 pazienti (uno con localizzazione linfonodale pelvica ed uno con localizzazione ossea alle vertebre dorsali). I restanti 10 pazienti sono stati sottoposti a biopsia prostatica risultata positiva in 6/10 casi. Tra questi 4/6 pazienti sono stati trattati con prostatectomia radicale retropubica (4 casi) senza particolari difficoltà tecniche in quanto i piani anatomici non risultavano compromessi dal trattamento brachiterapico ed inoltre l’intervento veniva facilitato dal ridotto sanguinamento. Un paziente sottoposto a prostatectomia radicale è andato incontro ad exitus a 122 mesi dal trattamento iniziale e 36 mesi dall’intervento di prostatectomia radicale per diffusione metastatica ossea. 2/6 pazienti con biopsia positiva hanno rifiutato l’intervento chirurgico e sono stati sottoposti a radioterapia esterna alla dose di 45 Gy. Nei 4/10 pazienti con biopsia prostatica negativa, un blocco androgenico totale è stato proposto e accettato in 3 casi, anche in considerazione dell’età più avanzata, mentre un paziente rimane in vigile attesa (al momento senza particolari modificazioni del PSA).

Tabella III - Valori IIEF e tasso di potenza

ai valori preoperatori. Tali dati sono legati alla presenza di marcati disturbi irritativi minzionali, caratteristici dopo brachiterapia e che presentano un picco massimo a 3-6 mesi dall’intervento (nel 70% dei casi) (Tab. II).

Risultati funzionali (350 Pazienti)

Funzione erettiva

Disturbi urinari

Tra i pazienti potenti preoperatoriamente (65%) si è osservato un calo fisiologico della funzione erettiva a 3 e 6 mesi verosimilmente legato alla concomitante presenza dei disturbi irritativi minzionali in tale periodo ed all’impatto psicologico del timore dell’effetto radioatti-

Si è evidenziato un importante peggioramento dei parametri valutati (IPSS e Qmax) a 3 e 6 mesi dall’intervento con progressivo miglioramento a 1 e 5 anni fino a riallinearsi

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Brachiterapia prostatica: risultati oncologici e funzionali dopo 400 casi

Tabella IV - Morbidità acuta (entro 1 anno dall’intervento)

Tabella V - Morbidità cronica (oltre 1 anno dall’intervento)

CONCLUSIONI I nostri dati evidenziano un ottimo controllo oncologico che addirittura appare nel medio termine sovrapponibile o migliore a quanto riportato dopo prostatectomia radicale (10, 11). Dal punto di vista funzionale l’unica complicanza invalidante è stata quella dei disturbi irritativi minzionali che presentano un picco a 3 e 6 mesi dall’intervento e che regrediscono gradualmente al controllo ad 1 anno. La ripresa dell’attività erettiva è soddisfacente e certamente maggiore a quanto riportato in letteratura dopo prostatectomia radicale (12). In conclusione, alla luce dei dati della letteratura e della nostra esperienza riteniamo che la brachiterapia con I-125 nel carcinoma prostatico a medio-basso rischio debba essere considerata una valida alternativa alla prostatectomia radicale (retropubica, laparoscopica, robotica) per l’efficacia sovrapponibile, le complicanze ridotte e certamente di minore gravità, il breve ricovero (2 giornate di degenza) ed il buon rapporto costo/beneficio.

RIASSUNTO

vo. Quindi la funzione erettiva è andata progressivamente migliorando avvicinandosi ai valori basali a 1 e 5 anni (Tab. III).

Complicanze Le complicanze sono state valutate su 350 Pazienti della nostra casistica e distinte in complicanze acute (avvenute entro il primo anno dal trattamento) e complicanze croniche (oltre l’anno dal trattamento) (Tabs. IV e V).

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Introduzione: La brachiterapia per il carcinoma prostatico, pur essendo utilizzata da più di 25 anni negli USA e da più di 15 anni in Italia, è ancora poco diffusa a livello nazionale per problematiche legate alla complessa organizzazione e collaborazione tra urologo, radioterapista e fisico sanitario, alla concorrenza di terapie alternative, a convinzioni dogmatiche e di scuola ed alla scarsa conoscenza della metodica. Materiali e metodi: Nel periodo compreso tra maggio 1999 e luglio 2013 sono state eseguite 400 brachiterapie con I-125. I pazienti sono stati trattati con approccio “real-time” e posizionamento di semi di I-125 con applicatore di Mick (primi 190 pazienti) e quindi con tecnica “QuickLink” (successivi 210 pazienti). Riportiamo i dati oncologici relativi ai primi 250 pazienti con follow-up medio di 10 anni. I risultati funzionali e le complicanze sono stati analizzati su 350 pazienti con un follow-up minimo di almeno 1 anno. Risultati: Il cut-off della D90 al post-planning era superiore a 145 Gy nel 90% dei casi. Per quanto riguarda i risultati oncologici il fallimento biochimico valutato secondo i criteri di Phoenix (9) è stato riscontrato in 12/250 pazienti (4.8%). Dieci pazienti sono

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Gastaldi et al

stati sottoposti a biopsia prostatica (2 presentavano malattia sistemica) che risultata positiva in 6/10. I 6 pazienti con biopsia prostatica positiva sono stati trattati con prostatectomia radicale retropubica in 4 casi mentre i restanti 2 pazienti che hanno rifiutato l’intervento chirurgico sono stati sottoposti a radioterapia esterna alla dose di 45 Gy. Nei 4/10 pazienti che presentavano una biopsia prostatica negativa, 3 sono stati trattati con blocco androgenico totale anche per l’età più avanzata, mentre 1 paziente rimane in vigile attesa. Per quanto riguarda i risultati funzionali si segnala un importante tasso di disturbi irritativi (70%) nei primi 6 mesi ed un buon recupero della funzione erettiva a 1 anno (78.8%) e 5 anni dall’intervento (68.2%).

Disclaimers

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Financial support: No financial support was received for this submission. Conflict of interest: None of the authors has conflict of interest with this submission.

Indirizzo degli Autori: Dr. Fabrizio Gallo Dipartimento di Chirurgia S.C. Urologia, Ospedale San Paolo Via Genova 30 17100 Savona, Italy [email protected]

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[Prostate brachytherapy: oncological and functional results after 400 cases].

Brachytherapy (BT) with real-time technique for the treatment of low and medium risk prostate cancer (CaP) has been a well known practice for over 25 ...
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